Osservare i bambini

Nella pratica quotidiana nella Casa dei Bambini e dei Giochi mi rendo conto quanto i bambini provano a comunicarci i loro sentimenti attraverso il gioco, l’uso dello spazio e del materiale presente nello spazio. Ai nostri occhi di adulti ci sembrano solo giochi, tanta fantasia e storie senza senso ma proviamo a soffermarci, a darci delle spiegazioni. E’ una scienza inesatta, fatta di intuizioni e teorie che difficilmente troveranno conferma.travelOsservo una bimba che si costruisce delle rocche inespugnabili, si chiude dentro con la sua amica e non lascia entrare nessuno. Non lo fa sempre, solo quando ci sono bambini o adulti nuovi. Non è sufficiente la tenda o il castello, ha bisogno di un territorio più vasto da marcare. Si sente invasa? Sente di dover proteggere dagli estranei il suo territorio? Le serve un posto neutro dal quale osservare e conoscere il nuovo arrivato?

Osservo una bimba che si butta sui travasi, prima i semi con il cucchiaio, poi i semi con la brocca, poi acqua. Ogni volta prova e riprova. Riordina i semini caduti e continua a provare e riprovare. Sperimenta nuove modalità. Quando finisce mi chiama e mi dice: “Ho fatto” E insieme si rimette a posto! Che equilibrio, che coscienza di sè, che rilassatezza.

Osservo una coppia di fratelli. Il giorno e la notte. Uno estroverso, chiaccherone, curioso. L’altro pacato, preciso, meticoloso. Tocca poco ma ci sta molto, si chiude nella sua bolla di concentrazione e fa travasi, collage, spazza per terra. L’altro si traveste da elefantino, gioca con le macchine, con le aste. Non si disturbano a vicenda quasi fino alla fine. Poi… l’ultimo quarto d’ora… badabam… tutti i pisellini sono sparsi sul pavimento. Sono stanchi? L’energia del sole è stufa di vedere la pacatezza della notte? O vorrebbe anche lui ma non ci riesce? Ha sentito me e la mamma elogiare la compostezza del primo? Hanno percepito la paura che rompessero qualcosa? Hanno percepito la nostra poca fiducia nei loro confronti?

Osservo una bimba che ha bisogno di rilassarsi, di sciogliere tensioni e si butta sulla pasta di sale. Mi dice che mi prepara una pizza al limone (?). La lascio fare, non le do suggerimenti, non le metto pressione o fretta. La lascio impastare a lungo, a lungo, a lungo. Dopo un’ora e mezza mi chiama e mi dice che la pizza è pronta. Aveva bisogno di scaricare? di chiudersi in se stessa? di manipolare in tutti i modi quella palla di pasta di sale che solo alla fine, quando la bimba ormai si sentiva libera, ha trasformato nella pizza al limone!

Osservare, farsi domande, ipotizzare delle risposte, confrontarsi con i genitori per trovare equilibri, modalità nuove, per essere modelli per i nostri bambini. E’ meraviglioso!

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