Per saperne di più

Da cosa nasce il progetto?

Gli studi dicono che il tasso di disturbi del comportamento e dell’apprendimento sta aumentando esponenzialmente, che il tasso di bambini che sviluppano la sindrome autistica è cresciuto, soprattutto in America in modi incredibili, hanno dimostrato che il tasso di ormoni dello stress presenti nel sangue dei nostri figli ha livelli mai visti prima

Perché tutto ciò? Cosa c’è che non va nel nostro sistema educativo, scolastico e famigliare?

Fondamentalmente negli ultimi 100 anni non è cambiato! E’ impostato sull’autorità, all’obbedienza ad essa. Ma il sistema sta collassando perché le maestre si trovano a dover insegnare in un sistema autoritario senza avere gli strumenti (per fortuna) per esercitare questa autorità, o meglio hanno degli strumenti quali i voti e le note, che sono però troppo blandi per affrontare le classi di oggi; sovraffollate, con al minimo un caso di iperattività, diversi disturbi dell’apprendimento e qualche bambino che ha difficoltà con la lingua. In tutto questo la maestra è schiava di un programma (ormai anche alle scuole materne) che deve tassativamente svolgere entro delle scadenze precise e viene controllata attraverso le prove INVALSI. La maestra inoltre non ha spesso l’appoggio dei genitori, i quali intuiscono a modo loro che c’è qualche falla nel sistema e, con i mezzi che hanno, lo fanno notare. Dando però un messaggio contradditorio al bambino che svaluta il ruolo della maestra e consegna un potere al bambino che non gli è proprio. La maestra è così estremamente frustrata e non si sente sostenuta nel suo importantissimo ruolo. I genitori, anche loro presi dai mille problemi di questa vita, si sentono in debito con i propri figli e cercando di difenderli in tutti i modi, a volte rischiano di non essere oggettivi, non riuscendo a guardare la complessità del problema. Il bambino così non può che risultare confuso e in mezzo ad un sistema che miete vittime, lui è la vittima che riporta conseguenze più gravi, perché è un bambino. Le armi che hanno per evidenziare il loro malessere sono quelle di sviluppare comportamenti e atteggiamenti non conformi.

A proposito di conformità, altro problema del sistema è che si poggia su una falla pedagogica. Da 0 a 3 anni accettiamo molto serenamente che ciascun bambino abbia uno sviluppo individuale: c’è chi cammina prima, chi gattona per mesi e mesi, chi mette i denti prima chi dopo, chi parla a un anno chi a 2. E tutta questa indeterminatezza generalmente non ci sconvolge.

Poi arrivano i 3 anni ed entrano in un sistema che prevede che da un momento all’altro tutti i bambini debbano crescere e svilupparsi nel medesimo modo: devono tutti saper colorare dentro i bordi ad una certa età, comprendere l’insiemistica in una certa maniera, avere una coordinazione motoria ad un certo livello. Si cerca di riportare tutti ad uno standard che diventa non una media ma un valore assoluto per cui se ci stai dentro bene altrimenti o sei un superdotato o sei un fallimento. In ogni caso sui nostri figli il sistema appone delle etichette che difficilmente il bimbo riuscirà a togliersi dalla testa. Questa standardizzazione forzata crea stress e frustrazione. Non viene rispettata la sua natura, le sue inclinazioni, la sua vocina interiore. Non gli viene dato lo spazio e il modo per tirare fuori tutto quello che ha già dentro, ma viene forzato a dover essere come il sistema vuole.

Quale alternativa?

I movimenti della pedagogia attiva non sono nati oggi ma risalgono ad un secolo fa, già allora qualcuno si era accorto che il bambino non veniva rispettato in un sistema adulto-centrico e non ne veniva favorito uno sviluppo naturale, armonico, che portasse alla luce tutte le potenzialità umane. Poi le dittature hanno cercato di far sparire dalla circolazione questi sistemi educativi illuminati perché non erano funzionali ad un sistema che non voleva uomini liberi e pensanti ma voleva persone che non avessero gli strumenti per mettere in discussione l’autorità. Con la caduta delle dittature e l’avvento della democrazia non sono cambiate le cose perché anche questo modello non necessita di persone libere in quanto fondato su gruppi di potere non desiderosi che il sistema globale cambi. Ma questi sistemi educativi illuminati non sono morti e hanno continuato a diffondersi e in Italia, grazie alla spinta dei genitori e delle maestre che hanno deciso di svincolarsi dal sistema, stanno tornando a ricoprire il territorio: i corsi di formazione vanno a ruba, realtà scolastiche alternative nascono ogni giorno e si sta creando una rete molto interessante ed estesa e i bambini tornano a sorridere e ad amare il sapere, anche la matematica pensate… Ancora una volta, chi ne trae maggior vantaggio sono i nostri figli!

Cosa dà in più questo tipo di educazione?

Lascia integra l’autostima del bambino abolendo il giudizio e il sistema di premi e punizioni. Il bambino è gratificato dal successo che ha raggiunto in autonomia, con il proprio sforzo, ricercando soluzioni anche alternative a quelle suggerite dall’insegnante.

Sviluppa l’autodeterminazione, la conoscenza del sé e l’autonomia, tutte caratteristiche che lo rendono capace di fare delle scelte anche controcorrente senza temere il giudizio altrui perché consapevoli di aver vagliato tutte le possibili soluzioni. E’ sconvolgente vedere i ragazzi di oggi che a 18 anni hanno già perso la speranza di potersi realizzare(posso fare l’università che voglio ma alla fine so che finirò a fare il centralinista…).

E’ un sistema che non informa i ragazzi, che non richiede loro di ripete a pappagallo delle informazioni ma è un sistema che crea conoscenza e cultura perché i bambini imparano seguendo le loro inclinazioni e rispettando i loro tempi.

Perché è importante iniziare dalla prima infanzia?

Perché lo sviluppo pre-operatorio si ha dai 2 ai 7 anni e durante questo periodo si preparano le fondamenta: il bambino ha un desiderio irrefrenabile e una curiosità morbosa di conoscere il mondo, di scoprilo con i suoi sensi, di fare esperienza di esso. Nelle scuole materne si richiedono spesso operazioni di astrazione quando il bambino è pura concretezza. E’ importante comprendere che solo se soddisfa questo desiderio di toccare con mano quello che è il mondo, potrà poi sviluppare in armonia la conoscenza astratta che non verrà dimenticata il giorno dopo la verifica ma farà parte di lui e sarà uno strumento che domani potrà utilizzare per costruire la propria vita. I più grandi innovatori del nostro tempo provengono da scuole attive, spesso ad indirizzo montessori (Larry Page e Sergey Brin fondatori di Google, Jeff Bezos inventore di Amazon, Jimmy Wales titolare di Wikipedia, Will Wright pioniere dei videogiochi e creatore della serie The Sims).

Quali sono i pilastri metodologici su cui si basa il metodo Montessori?

Il metodo si fonda su 3 fondamentali pilastri che portano alla cosiddetta “normalizzazione” del bambino, ossia riportare il bambino alla sua natura originaria, capace di concentrazione, ordine, rispetto per sé, per gli altri e per l’ambiente in cui vive.

I tre pilastri sono:

  • Un ambiente a misura di bambino: significa garantire al bambino un ambiente in cui abbia la possibilità di muoversi senza mettersi in pericolo, in cui possa trovare ciò di cui ha bisogno e scegliere l’attività che in quel momento l’attrae. Significa un luogo ordinato in cui il bambino si possa riconoscere e recepire serenità e tranquillità.
  • Materiale Montessoriano Scientifico: è un materiale che ha in sè la possibilità di autocorrezione e che stimola i sensi del bambino che lo utilizza preparando così, passo dopo passo, ogni suo sviluppo. Ogni materiale dà al bambino la possibilità di affinare muscoli, coordinamenti, movimenti che lo prepareranno a conquiste successive attraverso la concentrazione e la ripetizione. Il materiale si divide in due macro categorie: quello di vita pratica e quello sensoriale. Il primo consiste in tutti quegli oggetti che permettono al bambino di affinare coordinamento e movimenti attraverso attività abituali che riguardano la pulizia di se stessi e dell’ambiente, il riordino degli spazi, la cura di sé (vestirsi, spogliarsi, pettinarsi…) ed è un materiale fondamentale nella prima infanzia; il secondo consiste in un materiale appositamente studiato per affinare i sensi del bambino dal tatto alla vista, dal l’udito al gusto e all’olfatto e, per le età successive serve ad affinare le conoscenze di tipo scolastico. Ciascun materiale prevede una attività specifica ed un suo utilizzo che l’adulto deve presentare e spiegare. E qui veniamo al terzo pilastro.
  • Ruolo dell’adulto: l’adulto è infatti colui che deve osservare il bambino e comprendere quando è pronto per un certo materiale e quando ciò succede glielo presenta con una semplice dimostrazione del suo utilizzo. Sono poche le parole pronunciate e durante queste presentazioni, sono solo quelle essenziali perché non si vuole distrarre il bambino dai movimenti che deve osservare. Nel momento in cui il bambino incomincia ad utilizzare il materiale, l’adulto si fa da parte e lascia che il bambino autoapprenda e sedimenti le conoscenze che il materiale stesso fornisce. L’adulto inoltre non sottolinea mai l’errore ma lascia che il bambino si autocorregga. Ciò garantisce la formazione di una sana autostima e stimola la capacità di problem solving. L’adulto inoltre è garante del rispetto delle regole (rimettere a posto il materiale dopo averlo utilizzato, non prendere un materiale che sta già usando un altro bambino, rispettare il lavoro e gli spazi degli altri…).

Il bambino è attore dentro queste cornici e può dare libero sfogo alla sua straordinaria mente che la Montessori per prima capì avere un modo di operare completamente diverso da quello adulto. Basti pensare che ciò che il bambino apprende in sei soli anni, per un adulto ce ne vorrebbero 80 anni! La mente del bambino ha due grandi caratteristiche che noi adulti non abbiamo: la capacità di assorbire gli stimoli senza filtri e giudizi, con tutti i sensi (non solo la vista) e di creare sinapsi e quindi nuove competenze attraverso l’azione e la ripetizione che non è volta ad uno scopo, ad un obiettivo esterno, ma è volta proprio alla formazione della massa celebrale. E’ per questo che l’azione del bambino va rispettata, venerata silenziosamente.

La natura ha inoltre dotato i bambini dei periodi sensibili, ossia quei momenti in cui l’attenzione del bambino è catturata da una specifica competenza. Tutto il resto passa in secondo ordine. Se il periodo sensitivo viene alimentato e non ostacolato, la competenza a cui lui ha rivolto l’attenzione sarà appresa in maniera precisa, indissolubile e in modo estremamente facile.

E’ con queste consapevolezze, conoscenze e attenzioni che le educatrici e i genitori si rivolgono al bambino quando si relazionano con lui.

Bibliografia:

  • Maria Montessori, La scoperta del Bambino.
  • Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia
  • Maria Montessori, Autoeducazione
  • Jean Liedloff, Il concetto del continuum
  • Emmi Pikler, Datemi Tempo
  • Emmi Pikler, Per una crescita libera. L’importanza di non interferire nella libertà di movimento nei bambini fin dal primo anno di vita.
  • Rebeca Wild, Educare ad essere
  • Susan Stephenson,  The Joyful Child – Montessori, Global wisdom for birth to three
  • Esther Weber, Portare i piccoli